di Cristina Martone e Maria Celeste Salerno
“Il progetto KiNESIS mira ad aiutare le piccole comunità dei nostri territori in Irpinia, che stanno soffrendo negli ultimi anni di un forte spopolamento, con il trasferimento al nord d’Italia o all’estero, di parecchie famiglie”. Ci spiega la prof.ssa Stefania Taddeo, docente al Liceo Guido della Valle di Frigento.
Qual è stato il suo ruolo nel corso del progetto?
Ho partecipato al progetto pilota nell’anno scolastico 2019-2020, con i laboratori che si sono tenuti a scuola, mettendo insieme le tre terze di allora (le attuali classi 5A, 5B, 5C), con le attività che si sono svolte presso la casa della cultura di Frigento (Palazzo De Leo).
Da cosa deriva il nome “KINESIS”?
KINESIS è l’acronimo di Knowledge Alliance for Social Innovation in Shrinking Villages (alleanza della conoscenza per l’innovazione sociale nei paesi in spopolamento): un programma che ha come obiettivo rafforzare la capacità di innovazione dei giovani europei e promuovere un miglioramento visibile nell’istruzione superiore con un occhio allo sviluppo delle piccole imprese.
Com’è nata l’idea del progetto?
L’idea nasce da una collaborazione tra la prof.ssa Johanna Monti, associata presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, residente a Frigento, dove è anche assessore comunale, e la prof.ssa olandese Jacomien Kooiker, nell’ambito di un progetto Erasmus +.
In cosa consiste il progetto?
Si tratta della costituzione di un Living Lab diffuso ed europeo per lo scambio di conoscenze, buone pratiche e idee innovative sul tema dello spopolamento.
Il progetto si focalizza in alcune aree a rischio di spopolamento (shrinking areas) dell’Irpinia, comunità territoriali afflitte da gravi problemi, come l’emigrazione delle giovani generazioni per mancanza di occupazione, l’abbandono e la solitudine delle persone anziane, la perdita di posti di lavoro per lo spostamento delle imprese, la scomparsa di tradizioni e costumi etc.
Com’è stato il riscontro da parte dei ragazzi?
Gli studenti delle tre classi che hanno partecipato ai laboratori sono stati entusiasti di poter dare il loro piccolo contributo a questo progetto e i gruppi in cui sono stati inseriti erano misti, con alunni di tutte e tre le classi, per favorire lo scambio di idee e l’integrazione tra gli alunni.
Dunque, l’intervista si conclude con 4 obiettivi che il progetto si propone di raggiungere:
Sviluppare nuovi approcci di business locali grazie al contributo proveniente da varie discipline (turismo, cultura, agricoltura, nuove tecnologie) su aree a rischio di abbandono;
Fornire agli studenti metodi di apprendimento innovativi, interculturali e stimolanti;
Sviluppare una mentalità imprenditoriale volta a mettere in piedi iniziative da attuare sul territorio e, nel caso, anche nei luoghi di origine degli studenti partecipanti;
Individuare strategie efficaci per preservare e riutilizzare gli interessi e il patrimonio culturale delle aree a rischio di spopolamento.