di Alessia Sasso (7 anni)
C’era una volta un inventore. Questo inventore non era un inventore comune, era un inventore geniale, che creava oggetti speciali: potevano servire alle persone in difficoltà, potevano aiutare a ridurre l’inquinamento, potevano risolvere un sacco di problemi, in pratica.
Questo inventore, però, non aveva nessun aiutante. Questo lo faceva sentire molto solo, e a peggiorare la situazione c’era la maggior parte dei frigentini, che credeva che fosse pazzo.
Un bel giorno trovò un vecchio scatolone. Dentro c’era una vecchia lampadina bruciata, e gli venne un’idea geniale delle sue. Prese la lampadina, la riparò e le montò due piccole gambette e due braccine. La alimentò con una batteria e… quella prese vita!
Si guardò intorno curiosa, alzò una manina e salutò l’inventore. Poi balzò in piedi, lampeggiò e si mise a correre per tutto lo studio!
Lo studio dell’inventore era tutto in disordine: scatoloni di qua, scatoloni di là, componenti elettrici in ogni dove, ingranaggi sul pavimento… era un completo disastro!!
Lumì (questo il nome della lampadina), che non amava il disordine, saltò giù da un armadio e si fermò al centro della stanza. Allora prese la prima cosa che le capitava a tiro e la rimise al suo posto. In qualche minuto la stanza era di nuovo tutta in ordine.
L’Inventore rimase a bocca aperta.
“Wow, Lumì!” disse.
“Sei un assistente perfet…” Ma non finì la frase, che Lumì stava già correndo verso la porta, lampeggiando a tutto spiano e agitando la manine per aria.
Cercava di arrivare alla maniglia della porta, voleva uscire fuori!!
Però accadde qualcosa… Lumì saltava in alto, ma così in alto che, per cercare di prendere la maniglia, gli scivolò la mano e cadde.
“Oh, no!” esclamò l’inventore.
Infatti Lumì faceva dei versetti strani, e si accendeva e spegneva senza un senso… poverina!
Fzfzfgfzhfzafz, fgzgfzgfz faceva….
Allora l’inventore prese tutti i pezzettini che stavano per terra, lampeggianti, li posò sul suo banco da lavoro e, cacciavite in mano, aggiustò la piccola Lumì. Quando fu completamente aggiustata, Lumì si prese la nuca, in segno di colpa, e chiese scusa all’Inventore.
“Scuuuusa…” disse Lumì con voce sottile, “ero solo curiosa di sapere com’è fatto il mondo all’esterno di questa casa…”
L’Inventore guardò Lumì con aria severa. Poi gli si addolcì lo sguardo, perché gli era venuta la seconda idea geniale di quel giorno. Prese Lumì e se la infilò nel taschino della tuta da lavoro, uscì in giardino e recuperò la sua bici dal garage.
Quando mise Lumì nel cestino della bici, la piccola lampadina era al settimo cielo. Sulla vecchia bici scricchiolante dell’inventore, fecero il giro di tutta Frigento, con l’inventore che le spiegava il nome e la storia di ogni monumento del paese. Ancora oggi l’inventore se lo ricorda, e ogni volta che lo racconta a Lumì ha ancora i brividi dalla felicità.
Un grazie speciale alla mia Giuly