di Luca Schirone
Le Cisterne Romane di Frigento, perfettamente conservate, rappresentano un complesso sistema di raccolta e depurazione dell’acqua.
Quello presente a Frigento è un poderoso complesso idrico, realizzato nel primo secolo a.C. in opus incertum (tecnica edilizia romana per la costruzione del muro, che consisteva nell’utilizzo di pietre di misura diseguale poste con le facce combacianti tra loro, dando come risultato un disegno irregolare e casuale – non geometrico) con pietra locale (roccia di Frigento). Le Cisterne Romane di Frigento risalgono all’età repubblicana e sono localizzate nel punto più alto del territorio comunale, a 911 metri di altitudine. Secondo quanto riportato da alcune fonti, in passato gli ambienti dovevano essere undici (e di grandezza doppia rispetto a quella che oggi possiamo visitare), mentre, attualmente, ne sono presenti soltanto quattro, di cui tre visitabili e ai quali è possibile accedere grazie a un ingresso non originario.
I Romani avevano necessità di immagazzinare grosse quantità di acqua: ai piedi del paese passava la famosa via Appia (sulla quale si muovevano velocemente le truppe). Oltre a rifocillare l’esercito, l’acqua veniva adoperata anche per la comunità.
Al di sopra delle cisterne vi era un giardino e attraverso un canale simile ad un imbuto, le acque piovane e la neve venivano convogliate a cascata all’interno delle cisterne.
L’acqua raccolta veniva depurata e distribuita non soltanto alla comunità frigentina, ma anche a una parte consistente degli abitanti dei territori limitrofi. In tempi recenti, inoltre, è stato scoperto un condotto di distribuzione tra Via San Giovanni (dove si trova l’attuale ingresso delle Cisterne Romane), e Via San Pietro (dove è stato trovato un impianto termale che risale probabilmente ai secoli I e II d.C).
Piccola curiosità: i cubetti posti a terra nella piazzetta da cui si accede alle Cisterne Romane servono a ricordare visivamente la struttura originale di questo gioiello conservato a Frigento.