Diario di bordo del viaggio umanitario in Polonia per aiutare i profughi ucraini

di Angelina Famiglietti

Certe emozioni è impossibile spiegarle: bisogna viverle per capirle. Siamo pronti? Abbiamo caricato tutto? Si, allora si parte per la Polonia!

Quando ci siamo messi nel pullman eravamo già stanchi dai giorni di preparativi. La gente veniva di continuo a portarci beni di prima necessità e vestiti da portare sulla frontiera ucraina. Non ci aspettavamo così tanta generosità dai nostri concittadini e dalle scuole che insistono nel nostro territorio. La sera prima della partenza abbiamo chiuso gli ultimi pacchi dopo la mezzanotte. L’ansia e la paura di non essere all’altezza dell’impegno che avevamo preso era tanta. Una volta partiti però non c’era più il tempo di pensare a questo, ma bisognava solo pianificare passo dopo passo ciò che stavamo andando a fare.

Una volta arrivati sul confine Polonia-Ucraina c’era ad aspettarci un mare di persone bisognose del nostro aiuto. Neanche il tempo di presentarci e una domanda è sorta spontanea: come possiamo aiutarvi? Cosa c’è da fare? Ci siamo messi immediatamente al lavoro, scaricando nel magazzino della Croce Rossa di Medyka tutto quello che avevamo portato e aiutando le centinaia di profughi che arrivavano nel centro accoglienza dove anche noi avremmo passato la notte. Da subito una cosa è stata chiara: il tempo di riposare non ci sarebbe stato, lì le ore erano scandite da un flusso continuo di persone che cercavano riparo e ospitalità dopo giorni di orrore e di viaggio.

Qui abbiamo avuto modo di ascoltare i racconti della guerra. Una signora ci ha raccontato che non voleva scappare dall’Ucraina ma era stata costretta perché casa sua era stata abbattuta da una bomba. Un’altra signora ci ha spiegato di essere scappata in Polonia con le sue figlie perché il paese in cui viveva era stato quasi raso al suolo.

In serata ci siamo recati in un altro centro accoglienza, quello di Przemysl, allestito in un centro commerciale in disuso dove i profughi venivano accolti e smistati in vari padiglioni a seconda della nazione di destinazione. Qui i volontari polacchi ci hanno raccontato di aver trasferito con l’ambulanza i bambini da un ospedale ucraino che aveva terminato l’ossigeno agli ospedali in Polonia. Infine la mattina dopo siamo stati nel centro accoglienza situato nella stazione di Przemysl, dove a bordo di ogni treno proveniente dall’Ucraina arrivavano circa duemila persone per volta.

È proprio qui che abbiamo accolto le 14 persone (tra adulti e bambini) che abbiamo portato con noi in Italia. Ciò è stato possibile solo grazie al contributo del Comune di Frigento, alla Pro Loco Frigentina, alle famiglie che hanno dato la disponibilità all’ospitalità, alla rete associativa della Pubblica Assistenza “Rocco Pascucci”, alla collaborazione dell’Associazione Alta Irpinia Solidale di Lioni e alla sensibilità della Ditta Caputo Bus di Conza della Campania.

Non siamo nella possibilità di fare grandi cose, ma ci impegniamo nel nostro piccolo a farlo con grande amore.

Nella foto il magazzino della Croce Rossa di Medyka
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