di Stefano Antonio Di Cicilia (7 anni)
Mio padre mi ha raccontato che quando aveva la mia età le figurine erano il passatempo preferito dei bambini (oltre a giocare a pallone in piazza) e completare l’album dei calciatori era la cosa più importante. Ogni bambino aveva le sue figurine sempre in tasca e i doppioni venivano scambiati oppure messi in gioco.
A “scaletta” si giocava in due facendo cadere le figurine, una alla volta, a turno, dal tavolo o dalla base della sedia (in quest’ultimo caso i giocatori si mettevano in ginocchio uno di fronte all’altro). Le figurine, dopo aver fatto un breve volo, dovevano atterrare sopra le altre. Se una figurina sfiorava appena l’altra già sul pavimento, il giocatore diceva “luccica” e quindi il lancio doveva essere ripetuto. Invece se la figurina cadendo copriva circa la metà o più della figurina a terra allora il giocatore che aveva fatto il lancio vinceva tutte le figurine a terra. In questo modo potevi procurarti le figurine per completare l’album oppure potevi usare il bottino per scambiarle con gli altri bambini. C’erano anche dei piccoli trucchi per riuscire a vincere, come ad esempio piegare leggermente la figurina al centro, incurvandola. Questo piccolo accorgimento ti permetteva di direzionare meglio il tiro.
Devo dire che questo gioco mi è piaciuto molto perché era possibile vincere tante figurine e soprattutto perché non era un gioco violento, anche se ha detto papà che si litigava spesso perché alcuni volevano impossessarsi delle tue figurine imbrogliando.