La conserva

di Carmine Cocchiola (11 anni)

La conserva è un alimento a base di pomodori con una preparazione lunga e faticosa che si è evoluta nel tempo. Per saperne di più ho chiesto a mia nonna come si prepara.

Prima di tutto vengono selezionati i pomodori: i più maturi si usano per la conserva e la salsa, mentre i più sodi per i pelati. Quando mia nonna era bambina, per conservare i pomodori durante l’inverno, si facevano bollire e poi, una volta raffreddati, si spremevano su un setaccio che separava la polpa dalla buccia. Questo era un procedimento molto faticoso. Poi la polpa veniva salata, distribuita nelle spasette (piatti lunghi e larghi), coperta con un velo per evitare che gli insetti si avvicinassero ed esposta al sole. La polpa doveva essere mescolata molto spesso per favorire un essicamento uniforme. Quando diventava secca e asciutta, assomigliava a una pallina rossa e morbida e veniva riposta in vasetti di creta. La polpa doveva essere compattata bene per evitare eventuali bolle d’aria che avrebbero favorito il formarsi della muffa. Poi si copriva il tutto con l’olio di oliva.

Negli anni successivi arrivò una macchinetta a manovella: vi si inserivano i pomodori e, girando la manovella, si separava la polpa dalla buccia. Una parte di questa salsa veniva posta in bottiglie di vetro che venivano chiuse con tappi di sughero. Per non far saltare il tappo durante la bollitura, questo veniva legato con uno spago. Invece l’altra parte della salsa ottenuta si usava per la conserva.

Successivamente questo processo si è evoluto con le macchinette elettriche che separano automaticamente la polpa dalla buccia. Inoltre si è incominciato a produrre i pelati, abbandonando quasi completamente la produzione della conserva. Per fare i pelati basta scottare per pochi secondi i pomodori in acqua bollente, pelarli, inserirli in vasetti di vetro e infine bollirli.

Fin da piccolo ho sempre partecipato da spettatore alla preparazione di queste provviste per l’inverno con le mie nonne. Quest’anno non vedo l’ora di dare una mano anch’io!

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