di Clarissa Ieffa (9 anni)
Mia nonna Pina mi racconta sempre che i tempi passati erano diversi, sia per gli adulti che per i bambini: ci si riuniva e si giocava con quello che si trovava. Bastava un albero, un cespuglio, una palla, una pietra, in realtà era sufficiente che ci fossero degli amici. C’era il piacere di fare parte del gruppo, di mettersi alla prova riuscendo a superare le difficoltà. Con la nonna giochiamo sempre al gioco della settimana: si può giocare per ore intere senza annoiarsi mai. Questo è un gioco antichissimo, simbolo dei giochi in cortile di una volta. Con un gessetto o una pietra di quelle porose facilmente reperibili nella terra, si disegna una sorta di scacchiera alternando le caselle rettangolari a due numeri e uno. Poi si tira un sassolino. All’inizio bisogna saltare su due piedi, dove c’è il sasso saltarlo solo con un piede. L’ultima casella è a semicerchio, e lì, invece, bisogna girarsi per completare il percorso rifacendolo a ritroso. Il bello è che la difficoltà man mano che tutti lanciano i sassi aumenta e ci sono grandi sfide. L’obiettivo è arrivare alla fine della campana e uscirne senza sbagliare a saltare.