di Michele Nudo (8 anni)
Mi raccontano i miei nonni che il Natale di una volta era diverso. Non c’erano tanti giochi, tanti regali sotto l’albero, né Babbo Natale a portarli. I giocattoli erano pochi, fatti con legno, stoffa, cartone e tanta fantasia.
Il Natale era una festa religiosa e di fratellanza. Nel periodo natalizio ci si alzava prestissimo per raggiungere la chiesa di San Pietro, qui a Frigento: ancora col buio e a volte anche con la neve, si partiva dalle contrade per partecipare alla messa delle “novene di Natale”.
Nel giorno della Vigilia di Natale i bambini mettevano sotto al piatto la letterina preparata a scuola per i propri genitori che, una volta letta, davano in regalo ai propri piccoli una “strenna”, cioè dei soldini che i bambini conservavano con attenzione nel loro salvadanaio di argilla.
Mio nonno paterno mi racconta di una specie di lotteria che il maestro organizzava in classe: appendeva all’alberello preparato a scuola tanti piccoli doni, tra cui cioccolatini, pacchi di biscotti, caramelle, mandarini, ecc.…; tutte cose buone da mangiare che l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale venivano sorteggiate. Ogni bambino pescava uno dei bigliettini preparati dal maestro e tutti erano contenti di quello che avevano preso.
Il menù della vigilia consisteva in spaghettini conditi con olio e peperoncini e per secondo baccalà cucinato in vari modi oppure il “capitone”, cioè una grande anguilla, per le famiglie più benestanti. Il dolce non era il classico panettone che oggi non manca sulle nostre tavole, ma le zeppole preparate dalla mamma. La mezzanotte si aspettava tutti riuniti intorno al camino a raccontare e ad ascoltare tante storie.
Il giorno di Natale si andava a messa e poi tutti a pranzo a gustare maccheroni e cappone.
Era una festa in cui ci si sentiva tutti più vicini.
Oggi alcune cose sono cambiate, per esempio i regali, che non mancano sotto l’albero delle nostre case. Ogni bambino scrive la sua letterina per Babbo Natale e gliela spedisce sperando che esaudisca i desideri scritti su quel foglietto. Io la notte della Vigilia lascio sempre dei biscotti per Babbo Natale, così, se sono stato bravo, accontenta le richieste della mia letterina e al risveglio, il giorno di Natale, mi fa trovare qualche sorpresa.
La notte di Natale è usanza andare a messa e a mezzanotte scoprire il bambinello nel presepe. Le nostre case brillano di lucette e colori e un bell’albero addobbato fa mostra di sé nel salotto.
Il mio gioco preferito in questo periodo è la tombola, mi diverto a giocarci a casa con la mia famiglia e anche con gli amici.
Il pranzo di oggi rispetto al passato, sia della Vigilia che di Natale è sicuramente più ricco di cibi elaborati e di dolci tipici come panettoni, torrone, mostaccioli e tanto altro.
Insomma, in tutto c’è più abbondanza, dai regali al cibo e agli addobbi nelle case, ma la cosa più bella e più importante resta quella di stare insieme.