di Nicola Sasso
In questo articolo intervisterò il sig. Pino Calò, massaggiatore sportivo nel cui curriculum presenta 5 anni nell’Avellino Calcio -sia in Serie B sia in Serie C-, 7 anni nell’Avellino Basket in Serie A e 1 anno nel Nocerina Calcio in Serie D. L’intervista dunque analizzerà la figura del massaggiatore sportivo tramite l’opinione di un esperto nel campo. Purtroppo molto spesso tale mansione viene sottovalutata poiché avviene dietro le quinte, lontano dal luogo dell’agone atletico. Eppure i massaggiatori sportivi hanno un ruolo fondamentale per la salute degli atleti che ammiriamo ogni giorno alla TV oppure sui social network. Il massaggio sportivo può essere considerato una branca della medicina sportiva, la quale pone il suo focus sull’attività fisica e sul suo rapporto con il corpo.
Prima di iniziare voglio ringraziare calorosamente il sig. Pino Calò per la disponibilità dimostrata.
1. Quale preparazione occorre per svolgere il lavoro di massaggiatore sportivo?
Il massaggiatore sportivo è una figura molto importante in qualunque società sportiva. Il conseguimento dell’attestato di massaggiatore sportivo consente di svolgere questo tipo di lavoro, ma ci tengo a precisare
che questa attività richiede un importante esperienza a livello di praticità. È giusto quindi definirlo un vero e proprio mestiere dove occorrono anni di preparazione manuale oltre quella teorica.
2. Secondo la sua opinione è corretta la procedura di accelerare il rientro dopo un infortunio oppure è meglio attendere i tempi giusti?
Il massaggiatore, oltre ad avere il compito di cercare di ridurre vari infortuni per lo più muscolari, ha anche il compito di abbreviare quanto più possibile i tempi di recupero di qualunque genere, ripeto per lo più muscolare. Ci sono comunque i tempi da rispettare a secondo dell’entità dell’infortunio, ma bisogna sempre far riferimento ad esami clinici quali ecografie, risonanze ed altro. Una volta che l’atleta viene definito
clinicamente guarito passa alla fase di riabilitazione della parte atletica, quest’ultima è una fase molto
importante dove il preparatore insieme al massaggiatore devono definire il lavoro per un totale recupero.
3. È corretto considerare il massaggio come una forma di cura?
Sì è corretto. Il massaggio per un atleta è fondamentale per prevenire infortuni muscolari. Evitare affaticamenti contratture e tensioni significa per un atleta andare alla ricerca della condizione migliore e, una volta trovata quest’ultima, sottoporsi a massaggi frequenti consente di mantenerla il più a lungo possibile. Ripeto per un atleta è una vera e propria cura.
4. Secondo lei un buon massaggio pre-gara può aumentare le capacità fisiche dell’atleta?
No. Il massaggio pre-gara non può a mio avviso aumentare nessuna prestazione fisica dell’atleta. È giusto definirlo come un riscaldamento per prevenire eventuali infortuni; la sua durata deve essere breve ed è un trattamento da fare in modo specifico quando l’atleta si appresta a svolgere uno sforzo con condizioni
climatiche particolari come pioggia o freddo.
5. Dopo un’intensa attività atletica il muscolo deve ricevere un adeguato massaggio per rilassarsi oppure deve restare in tensione per conservare a lungo i frutti dell’allenamento?
Il massaggio defaticante è consigliato sempre dopo l’attività sportiva. Ci tengo a precisare un punto molto
importante su questo: è consigliato non nell’immediato dopo gara ma con il passare delle 48 ore , al fine di ottenere il massimo del rilassamento e delle elasticità delle fibre muscolari.
6. Il massaggiatore sportivo può, se occorre, prescrivere medicinali agli atleti?
No. Il massaggiatore non è assolutamente autorizzato a prescrivere medicinale ad atleti e componenti dello staff. È compito esclusivamente del dottore.
7. Secondo lei in una squadra sportiva è necessario avere un massaggiatore oppure ne occorrono in maggiore numero?
Dipende dal numero di atleti che la società dispone. In molte società di calcio, ciclismo o di sport con alto numero di atleti è necessario avere più di due o tre massaggiatori, questo per far sì che ogni atleta abbia la possibilità di essere seguito a livello medico nel miglior modo possibile. Infine ringrazio ulteriormente il sig. Pino Calò per la disponibilità dimostrata nel p