I misteri di Frigento

di Zahira Francesca Calò

All’inizio dell’Ottocento, a Frigento, un piccolo paese dell’Irpinia, è nata una processione che poi si è mantenuta nel tempo come una vera tradizione. Stiamo parlando della processione del Venerdì Santo con la visita ai Misteri, ossia le stazioni della Via Crucis.
La Via Crucis (dal latino, Via della Croce – anche detta Via Dolorosa) è un rito della Chiesa cattolica, con cui si ricostruisce e si commemora il percorso doloroso di Gesù Cristo che si avvia alla crocifissione sul Golgota.
La tradizione dei Misteri, è molto diffusa in tutto il Meridione d’Italia, grazie al materiale con i quali venivano realizzati: la cartapesta. Questa, infatti, si diffuse da Napoli a tutto il Mezzogiorno durante il XVIII secolo.
Si pensa che la forma nella quale il rito è giunto fino ai nostri giorni risalga all’inizio del Seicento. La tradizione deriverebbe, per alcuni, dalla Spagna, da dove fu importata nel XVI secolo. Un’altra ipotesi ne pone le origini dopo l’arrivo della Compagnia del Gesù alla fine del 1500, quando i padri gesuiti fondarono la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Gesù che si fuse, in un momento successivo, con quella di San Michele. Da queste confraternite ebbe origine la processione dei Misteri, la quale, facendo uso di gruppi scultorei raffiguranti i diversi momenti della Passione, sostituì i cortei dei penitenti diffusi in precedenza.
Non si conosce l’esatta collocazione storica della realizzazione dei Misteri, ma grazie a una lettera rinvenuta all’interno di una statua, da artigiani frigentini impegnati nel loro restauro del 1980, si può collocare l’esecuzione negli anni successivi al 1855. Questi furono creati da artigiani del luogo per poter far capire a tutte le persone, che non sapevano leggere e scrivere, i passi del Vangelo che raccontano della morte di Gesù.
Oggi questi misteri vengono esposti nella cattedrale durante il periodo di Pasqua. Entrando nella cattedrale, dalla porta principale, a destra troviamo il primo “tavolato” dove ci sono Pilato, l’ancella con l’acqua, Gesù tra due centurioni. Pilato condanna Gesù mentre la folla grida di liberare Barabba. Camminando, troviamo l’altro tavolato che rappresenta Cristo denudato alla colonna con le mani legate. A fianco c’è Gesù vestito con una tunica rossa e con la corona di spine. Nel tavolato successivo è presente Cristo che si avvia al calvario, con una guardia che mantiene un cartello con la scritta “SPQR”, che significa “Senatvs PopvlvsQve Romanvs” (il Senato e il Popolo Romano). Dal lato opposto c’è Gesù carico della croce che si avvia al Golgota e cade. Andando più avanti Cristo incontra la Madonna, e successivamente anche le pie donne e una di loro -la Veronica- gli asciuga il viso con un fazzoletto di lino, facendo restare impresso il suo volto. Sull’altro tavolato Gesù cade e viene aiutato dal Cireneo (uomo di Cirene). Proseguendo Cristo viene inchiodato e issato insieme a due ladroni sul monte Golgota. Sull’altare ci sono altri due tavolati: il primo è Gesù crocifisso e ai piedi della croce ci sono Giovanni, la Madonna e la Maddalena; sul secondo c’è Cristo che viene tolto dalla croce.
Per molto tempo i Misteri non vennero più esposti in Chiesa, solo nel 1993 grazie a Maria Domenica Schettino essi furono restaurati ed esposti di nuovo.
Alcuni anni fa i Misteri furono esposti negli atrii dei portoni del paese, e la processione del Venerdì Santo si snodava per le vie del centro storico facendo sosta davanti ad ogni gruppo scultoreo, quali rappresentazioni delle varie stazioni della via Crucis, mentre il corteo delle persone recitava preghiere e canti.
Anche se oggi la processione del Venerdì Santo è svincolata dai Misteri, si è mantenuto intatto il valore spirituale ed il profondo legame tra la processione e il paese, restando per chi vi partecipa, all’interno o dall’esterno, una corale manifestazione di fede, d’arte e di tradizione.

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