di Nicola Sasso
Il 25 aprile è ricordato come in Italia come il giorno in cui finalmente il regime nazi-fascista venne abbattuto. Tale data viene associata alle immagini di Piazzale Loreto a Milano, dei carri pieni di partigiani, delle lotte tra i partigiani e i nazi-fascisti. Ovviamente si ricorda anche della liberazione del Sud Italia -avvenuta in date più precedenti rispetto al Nord- per mezzo degli Alleati e di comuni cittadini, a tal proposito si devono citare le 5 giornate di Napoli, prima volta nella storia che una città si ribellava con successo al controllo tedesco.
Tutti questi eventi per noi in Irpinia sembrano lontani dalla nostra terra, come se quest’ultima fosse stata toccata minimamente dalla guerra. Eppure anche la nostra cara Irpinia ha conosciuto di eventi sanguinosi e cruenti nel secondo conflitto bellico. In tale articolo non andrò a parlare delle tragedie avvenute nei singoli paesi irpini, per questo compito si può parlare con nonni e parenti più anziani, testimoni perfetti di tali anni. La mia intenzione è quella di narrare di una strage avvenuta ad Avellino, precisamente il 14 settembre 1943. In questa data il nostro capoluogo di provincia venne brutalmente bombardata a forze anglo-americane.
Prima di narrare tale evento, è necessario comprendere il contesto storico di appartenenza. Pochi mesi prima le forze Alleate avevano compiuto il famoso sbarco in Sicilia, con il quali si diede inizio all’offensiva contro le forze nazi-fasciste attraverso le loro terre meridionali. Lentamente gli Alleati arrivarono in Campania, e così si giunge al drammatico 14 settembre 1943. Le motivazioni del bombardamento sono due: la prima vuole che gli Alleati vollero distruggere un’importante caserma nazi-fascista, per la seconda invece Avellino doveva cadere in mano anglo-americana per bloccare tempestivamente una possibile contro-offensiva tedesca. La cittadina avellinese venne in breve tempo letteralmente annientata da una guerriglia aerea avvenuta tra il 14 e il 21 settembre, al cui termine Avellino era ormai divenuta una città completamente deserta, priva di ogni forma di vita. Purtroppo la crudeltà si fa notare anche di fronte alla peggiore delle tragedie, e, infatti, i nazi-fascisti prima di battere in ritirata decisero di saccheggiare ogni bene che trovavano. Infine il primo di ottobre gli Alleati entrarono in città, trovando solo cadaveri su cadaveri. Da tale momento la città di Avellino può dirsi definitivamente libera da un regime politico. La cittadina venne aiutata non solo dai militari anglo-americani, ma anche dal duro ed eroico lavoro di cittadini, che hanno sacrificato loro stessi pur di aiutare gli altri. Tra questi veri eroi posso citare le Suore della Carità, il Vescovo Guido Luigi Bentivoglio e Padre Carmelo. Ma loro sono solo rappresentati di un gruppo di persone da ammirare in ogni singolo momento della nostra vita da cittadini.
La narrazione di tali eventi tragici non aveva solo lo scopo di mostrare un evento storico a noi vicino però spesso dimenticato, ma anche di far capire come la libertà sia un bene universale e quanto sia difficile ottenerla. Tutta Italia tra il 1943 e il 1945 ha compiuto numerosi sacrifici per ottenere un’autonomia personale, e impedire che la volontà di una persona potesse decidere la sorte di tutti. Ancora oggi è fondamentale capire quanto sia importante la libertà, poiché questa per molti popoli è solo una pure utopia, e quindi quanto siamo fortunati a possederla.