di Carmine Ciullo, Sindaco di Frigento
Un cerchio che si chiude. Questa immagine rappresenta bene la sensazione provata la mattina del 9 agosto scorso, quando è stato inaugurato il nuovo Municipio di Frigento. Nuovo per costruzione, antico per il legame che i frigentini provano per quel luogo identitario. La ri-costruzione di un immobile in piazza Umberto I è stata la proposta politica di un gruppo, guidato da Andrea Famiglietti, che nel 1997 si candidava ad amministrare l’ente Comune. La voglia dichiarata era di colmare un vuoto apertosi la sera di una domenica di autunno, quel 23 novembre 1980, quando la terra tremò e chiese un tributo drammatico di vite e di vita, intesa come prova per dimostrare di essere in grado di abitare una zona bella e impegnativa. Con quella scossa durata novanta secondi perdemmo la civiltà contadina e gravi danni ebbe il simbolo dei frigentini: il Municipio. Esso ospitava, oltre agli uffici comunali, la Pretura, le Poste, la sezione cittadina della Democrazia Cristiana, la Casa mandamentale con la semi-libertà. Proprio in quel luogo di detenzione, nell’encomiabile sforzo di far uscire indenni i detenuti, trovò la morte un giovane poliziotto penitenziario, il frigentino Antonio De Luca.
Per affrontare il labirinto di leggi, fondi economici e cantieri, ci sono voluti oltre venti anni per giungere dall’idea alla reale fruizione della struttura, sicuramente troppi, e l’impegno delle Amministrazioni guidate da tre sindaci che si sono succeduti: Andrea Famiglietti, Luigi Famiglietti e il sottoscritto.
Per questi motivi, il giorno dell’inaugurazione è stato vissuto come una festa, tra la curiosità e l’entusiasmo di molti cittadini accorsi per vedere i nuovi spazi e farli diventare subito familiari, perché la Casa comunale è lo spazio per antonomasia della comunità e non un luogo di potere o sopraffazione, come nei secoli passati è stato più volte interpretato colpevolmente.
Volevamo che i nuovi spazi comunali non fossero intesi solo come sede burocratica; per questo ci siamo mossi verso l’arte. Adesso la sede comunale ospita una recente acquisizione. Abbiamo seguito le tracce di un artista frigentino, purtroppo sconosciuto ai più, nonostante sia stato molto famoso e decisamente inserito nel suo contesto storico. Carmine Genua, nato a Frigento il 1° gennaio 1851 e morto a Roma l’11 aprile 1924, è stato uno scultore affermato, apprezzato dall’élite nazionale, ebbe frequenti ed intensi rapporti con tanti protagonisti dell’ambiente politico, culturale ed economico romano, ben introdotto nella corte dei Savoia, conoscente e confidente della coppia reale Umberto I e Margherita di Savoia, nonché loro ritrattista.
La recente acquisizione comprende dodici busti in gesso, sette a grandezza reale, cinque in dimensioni ridotte. Tra essi cito solo il busto di Giuseppe Garibaldi. Lo stesso ritratto dell’eroe dei due mondi, del tutto simile ma in marmo statuario, è posto a Roma nell’omonima Sala di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.
Per svelare il nome e le opere di Carmine Genua dalla dimenticanza dovuta al tempo trascorso e rinsaldare il legame dell’artista con il suo paese natale, abbiamo invitato ad essere presente all’inaugurazione il pronipote dott. Cristiano Liuzzo. Ha accettato di buon grado, ci ha offerto un tenero ricordo familiare del bisnonno ed ha fatto omaggio alla comunità frigentina di due preziosi “album”, con firme e dediche dei personaggi più influenti dell’epoca che frequentavano lo studio dello scultore frigentino.
Nel precedere il taglio del nastro, abbiamo voluto incontrarci nella nuova Sala Consiliare per scambiare sensazioni e porre in ordine il percorso che ci ha portato dal 1980 all’agosto del 2023. Andrea Famiglietti ci ha accompagnato attraverso i quattro decenni; la Vice Prefetto Vicario dottoressa Maura Nicolina Perrotta ci ha riportato al senso delle istituzioni repubblicane e ai luoghi di rappresentanza cittadine; l’Arcivescovo Cascio – prima di benedire i locali – ci ha infiammati con una lettura intensa che pone il singolo cittadino al cospetto dell’impegno a diventare cittadino illustre.
Dopo l’inaugurazione, ora spetta a tutti noi fare del nuovo Municipio il luogo della nostra effettiva cittadinanza frigentina, luogo da vivere a seconda dei documenti da produrre, degli impegni da assolvere, del dialogo con l’Amministrazione, ma anche solo per godere dell’arte del nostro concittadino Carmine Genua.