di Esther Elvira Annicchiarico
Immaginiamo una stanza piccola con carta da parati a strisce bianche e verdi. Proprio lì, comodamente sedute su un divano, ci sono due persone. Chiacchierano, sorseggiano un tè con nonchalance nonostante ci sia, proprio di fronte a loro, un elefante gigante. L’animale riesce a mimetizzarsi piuttosto bene in quanto anche lui a strisce bianche e verdi ma, caspita, c’è! Lo vedono, ma minimizzano il problema; tanto che fa, finché non disturba…!
Lo stesso vale per la sordità, definita proprio per questo”disabilità invisibile”. Invisibile, però, non è stata per la Proloco di Frigento che, in collaborazione con l’assocazione Elis Interpreti, ha dato la possibilità a tutti di notare “the elephant in the room”.
Mi presento: sono Esther Elvira Annicchiarico e sono un’interprete della Lingua dei Segni Italiana. È stato dato a me l’onore e l’impegno di accompagnare la classe lungo un percorso di sensibilizzazione alla LIS.
Ci siamo, il corso è iniziato! Gli sguardi curiosi, a tratti emozionati, dei corsisti danno grande dimostrazione di empatia ma soprattutto di speranza. La lingua dei segni è risorsa per tutti, sordi e udenti. Ignorare la lingua dei segni e la cultura da cui proviene significa negare diritti fondamentali. I partecipanti, con impegno e lungimiranza, si approcciano alla comunicazione usando un canale del tutto nuovo, quello visivo-gestuale. Chi impara questa meravigliosa lingua saprà vedere le voci, parlare con le mani e ascoltare con gli occhi. La lingua dei segni regala superpoteri!
Sogniamo tutti un mondo in cui l’ascolto, la vicinanza e il rispetto siano all’ordine del giorno. L’ associazione Elis Interpreti e la proloco di Frigento hanno spianato un percorso vincente, e io sono felice di farne da guida.