Una cena quasi perfetta…

di Federico Di Cicilia

L’altra sera mi è capitato di assistere e partecipare all’incontro dedicato ai formaggi frigentini, nell’ambito del progetto “Frigentinità”. L’evento, organizzato dalla Pro Loco Frigentina, si è tenuto presso Il Mulino della Signora, noto ristorante della zona, balzato agli onori della cronaca per la gestione dell’area ristorazione in occasione degli ultimi Festival di Sanremo.

Alla presenza dell’ONAF (Associazione Nazionale Assaggiatori Formaggi) delegazione di Avellino si è intrapreso un percorso alla scoperta o alla riscoperta di alcuni dei nostri migliori prodotti locali. La visita guidata dei sapori e dei profumi estratti dai pascoli frigentini ha portato i numerosi partecipanti, seduti alle due grandi tavolate, ad interrogarsi e cercare di afferrare gli input lanciati dal divulgatore. Eravamo tutti presi dall’annusare, staccare pezzi di formaggio, ed infine assaporare e gustare quei triangolini di territorio riposti nel piatto in senso orario. Qualcuno prendeva appunti, qualcun altro poneva domande per approfondire, qualcun altro aspettava il vino, però rigorosamente proibito per non intorpidire il palato e degustare al meglio tutti i colori e le sfumature del formaggio presentato.

Tutti e tutte abbiamo per un po’ abbandonato la fretta e la tensione che accompagna spesso i nostri pasti, ritagliati tra un lavoro e un altro, per abbandonarci alla fantasia e alla determinazione dei nostri sensi. Sapidità, acidità, profumo di stalla, latte vaccino, stagionatura e altri termini tecnici sono diventati per una sera compagni di viaggio e hanno permesso ai partecipanti di comprendere meglio ciò che spesso ci troviamo a vivere senza capire.

E fino a qui tutto bene…
Dopo la degustazione, in un’atmosfera conviviale, parte la cena con l’ingresso di un tortino degli orti immerso in una salsa al formaggio che ha mostrato da subito la sua ferma volontà di colpire forte e decisa. A questo punto il vino era l’unico compagno possibile per scalfire il gusto arcigno e gagliardo del tortino, a cui fa subito seguito un risotto alla zucca, delicato e morbido, pepato al punto giusto e piacevole al palato. Alla successiva polenta ai porcini, arricchita dall’olio prodotto dal ristorante stesso, fa seguito un delizioso dessert, anch’esso impreziosito dalla presenza del re della serata: il formaggio. Insomma, una bella cena, un buon vino e un discreto servizio.

Così come i formaggi iniziali che avevano un “intruso” nel caprino di Zungoli, anche i partecipanti avevano diverse origini e varie provenienze territoriali. Oltre ai paesi limitrofi, in particolare Gesualdo, Villamaina e Sturno, l’avventore poteva piacevolmente chiacchierare con giovani donne o anziani signori, provenienti da Napoli, Roma e altre città. Un arricchimento sensoriale e culturale che ha reso la serata particolarmente piacevole e frizzante. In più, ritrovare persone, conoscenti e amici, incontrare e conoscere persone nuove, interessate e interessanti, passare una gustosa serata in compagnia di un sapore e forse di sentimento che unisce tutti gli abitanti della nostra terra: la cordialità, ha fatto sì che la cena, fosse una cena quasi perfetta… perchè è finita troppo presto ed ora non ci resta che aspettare la prossima.
Consigliatissimo!

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