Storia

La Storia di Frigento

Frigento è un borgo nel cuore dell’Irpinia che ha saputo coniugare l’apertura alla modernità con il rispetto e con la valorizzazione della propria storia. Il centro storico, abitato da più di duemila anni, è quasi una fotografia della Frigento della seconda metà del settecento. Il dedalo geometrico di vicoli e viuzze accoglie alcuni palazzi storici di indubbia sobrietà e bellezza, caratterizzati da portali in pietra, opera di validi artigiani locali. Di solito vi sono cortili interni con il pozzo dove si attingeva l’acqua per l’uso domestico e la scalinata esterna per accedere al piano superiore. I palazzi sono abbelliti da giardini pensili che in alcuni casi presentano alte mura di contenimento con contrafforti.

Per diversi secoli Frigento è stata sede vescovile e presenta alcune chiese di grande pregio artistico. Tra queste spicca la cattedrale. Il suo impianto è settecentesco con tre navate ampie, il soffitto di quella centrale e del transetto ospitano tele sui cassettoni di castagno, frutto dell’arte di Vecchione Da Nola. Dalla sagrestia si accede al livello inferiore, dove c’è un piccolo museo all’interno di quello che era l’abside dell’edificio di culto costruito nell’VIII-IX sec. e delle sale attigue con i cosiddetti “scolatoi”. Interessante è il poderoso complesso di cisterne risalente al I secolo a.C., realizzato in opus incertum con pietra locale. Le cisterne erano destinate alla raccolta delle acque piovane, delle nevi e di una piccola falda acquifera. Un sistema di vasche, collegate a cisterne minori mediante una complessa rete di canali, serviva tutto il centro urbano fornendo l’acqua ai pozzi interni dei palazzi signorili.
Anche nelle vaste zone rurali non mancano luoghi di un certo interesse storico, artistico, oltre che ambientale. Vanno segnalate alcune fontane storiche e citati, per le loro particolarità, i ruderi di S. Angelo al Pesco e il complesso masseriale “il Parco”. In località Pesco, i ruderi di una rocca di epoca medievale (IX sec.) si ergono su una maestosa roccia. La rocca dominava un’area di oltre 20 Km ed era in collegamento visivo con gli altri fortilizi limitrofi di Guardia Lombardi, Rocca San Felice… In seguito vi sorsero un villaggio e una chiesa con monastero, complesso saccheggiato e bruciato dai Saraceni nel 1200. Dopo l’Unità d’Italia fu riparo di briganti che si nascondevano nella zona. In contrada Parco, immerso in una zona agricola collinare, sorge il complesso architettonico caratterizzato dalla torre colombaia, risultato di modifiche ed ampliamenti succedutisi nel tempo. La masseria rientra nella tipologia dell’architettura rurale tipica dell’Irpinia presente nei secoli XVI e XVII.

“…Frigento (…) tiene un passaggio intorno intorno alla città sempre in piano di quasi un miglio con una ammirabile e singolare veduta di lontananza, (…) che apporta diletto e appaga la vista, non essendo la veduta impedita da altre montagne vicine, bensì vedensi Frigento quasi un punto in mezzo al circolo, un monte in mezzo a tanti monti che li fan da corona
e circonferenza”

Carmine Pascucci, fine del ‘700

“La città di Frigento situata sopra la pianura di un elevato colle, staccata in lunga distanza dai giochi degli Appennini, guarda l’Oriente ed il Mezzogiorno (…) Il suo orizzonte non ha l’eguale e domina tutta la provincia godendo della veduta del Vesuvio a Ponente, al Settentrione della Maiella, al Levante del Vulture e a Mezzogiorno dei monti di Serino, di Averno, di Calabritto.”


Marciano De Leo, 1805